| Chi segue questo giornale on line sa che sin dall'inizio è 
   attento alle istanze di alcuni movimenti federalisti veneti ed al Movimento 
   per le Riforme che da oltre un anno ha inoltrato numerosi appelli al 
   Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ed alla consorte donna 
   Franca Pilla - tra i quali l'appello a firma di Giuliana Olcese pubblicato 
   da Libero che segue e sostiene le istanze dei 'Serenissimi' veneti per 
   la loro completa libertà e la scarcerazione di Luigi Massimo 
   Faccia presidente del Veneto Serenissimo Governo. (Testimonianze e articoli 
   al riguardo si possono consultare su Virusilgiornaleonline nella rubrica 
   Appelli 
   very very Doc assieme ad una intervista a Luigi Massimo Faccia 
   nella sezione le interviste di Virus).Da tempo riteniamo in coscienza 
   e nel diritto che Faccia, classificabile come prigioniero politico, 
   debba essere scarcerato così come tutti coloro che sono accusati 
   di reato d'opinione. "Reato" messo fuori legge nientepopodimeno 
   che dal Codice Rocco di antica memoria del ventennio che fu.
 A proposito 
   di reati d'opinione e affini, Castelli, ministro della Giustizia, dopo 
   le dichiarazioni dei mesi scorsi che fa?
 La sentenza del tribunale 
   di sorveglianza di Milano ha confermato la condanna e la detenzione 
   di Faccia perchè - in buona sostanza e detto in parole povere 
   - negli anni che ha già scontato nel carcere di Lodi non ha "abiurato" 
   alle idee politiche che furono alla base dell'"assalto" dei 
   Serenissimi al Campanile di San Marco. E ciò dopo il tornaconto 
   mediatico dato dalla indubbia suggestione che il "caso Serenissimi" 
   esercitò sull'opinione pubblica per le condizioni rocambolesche, 
   pacifiche, disarmate, e diciamo "caserecce", in cui si svolse. 
   Dopo di che, tranne alcuni giornali veneti, Libero e Virus, nessun organo 
   di informazione ha svolto un'azione realmente informativa e d'opinione 
   sui detenuti 'Serenissimi' e sul loro presidente. Ma noi che cerchiamo 
   di tenerne viva l'attenzione e di ospitare ogni notizia, istanza ed 
   opinione in merito, sentiamo di dire, senza tema di smentite, che quel 
   ruolo di garanzia e di uguaglianza sociale (che stampa e TV pubbliche 
   e private dovrebbero garantire in questo Paese, Paese che riempie pagine, 
   salotti Tv e Palazzi di democrazia, tricolori e patriottismi vari riscoperti 
   ad hoc), non è ne' osservato ne' tantomeno sentito come coscienza 
   civile di una Nazione evoluta che si rispetti. Per l'informazione, amara 
   constatazione, la giustizia non è uguale per tutti.
 E' l'ingiustizia 
   che è uguale per tutti. La "Giustizia" è uguale 
   per pochi, pochissimi privilegiati.
 Una particolare 
   menzione all'onorevole Mario Borghezio, parlamentare europeo, che ha 
   annunciato l'intenzione di appellarsi sul caso Faccia alla Corte di 
   Strasburgo.
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  | Gentile e cara donna Franca,ogni volta che leggo le tue "gesta" sulla stampa nazionale, 
   mi si apre il cuore alla speranza a che questa nostra amata Patria, 
   come ama definirla il tuo Consorte Carlo Presidente di questa Repubblica 
   per cui i Cittadini Italiani, ciascuno con i propri mezzi e contributi 
   democratici, stanno adoperandosi a che sia una vera Democrazia compiuta 
   e moderna.
 E' come semplice cittadina, come sai da anni impegnata sul fronte 
   delle Riforme, (festeggiammo assieme, colmi di speranza, l'apertura 
   dei lavori della Commissione bicamerale con una bella torta al cioccolatto 
   che ti piacque tanto), che mi rivolgo a te, come centinaia di cittadini 
   fanno da oltre un mese, sottoscrivendo ed inoltrando l'appello al Presidente 
   della Repubblica per la completa libertà dei Serenissimi, sia 
   su www.virusilgiornaleonline.com 
   sia su Libero il cui direttore, prima di essere un direttore, dimostra 
   essere un cittadino animato da profondo spirito di equità e di 
   giustizia unita a rara ed autentica passione riformista. Libero non 
   è, come da certa stampa interessata e corporativa si vorrebbe 
   far credere e discreditare, un giornale animato da "populismo" 
   (atteggiamento attribuito ultimamente al neo Ministro del Tesoro per 
   essersi "macchiato della colpa" di informare i cittadini 
   sullo stato della finanza pubblica) bensì un giornale che mette 
   avanti a tutto l'interesse e la conoscenza, non l'ignoranza dei fatti, 
   dei cittadini-elettori. Non l'indotto politico di parte. Libero fa 
   informazione.
 Il mio appello, espressione dal basso del Movimento 
   per le Riforme, sia in forma di agenzie di stampa, sia di fax inoltrati 
   alla segreteria particolare del Quirinale, va avanti dal Novembre 
   2000 sostenuto da tanti Movimenti di Cittadini attivi sulle riforme 
   disseminati lungo tutto lo Stivale o, se preferisci, attivi e autoresponsabili 
   di questa nostra bella Patria da rimodernare decisamente in tanti suoi 
   istituti obsoleti e superati da una cultura democratica e da una Costituzione 
   materiale che coerentemente si sono imposte superando, di fatto, norme 
   e regole in dissonante stridore con il percorso culturale e democratico 
   che tanta parte della classe dirigente dei cittadini operosi ed operanti 
   hanno promosso e sostenuto nonchè affermato. In questo "percorso 
   ad ostacoli" c'è ancora tantissimo da fare, vecchie 
   norme del Codice Rocco da abrogare, vecchie ed incoerenti leggi 
   e leggine burocratiche da cancellare in quanto burosauriche palle al 
   piede dello sviluppo culturale, istituzionale ed economico, volte a 
   conservare potentati e corporazioni che, altrimenti, perderebbero quel 
   potere fittizio, quei serbatoi di voti (sopratutto tra i "potentati" 
   del Mezzogiorno d'Italia che da troppi anni tiene le cittadinanze in 
   una sorta di sudditanza più che in consapevole e responsabile 
   appartenenza al principio dell'Agorà.
 Dirette conseguenze 
   ne sono il sottosviluppo, la disoccupazione, la carenza di infrastrutture 
   necessarie all'economia, le sacche di miseria e di ignoranza che ne 
   derivano e che ancora vi risiedono.
 Sono napoletana e conosco profondamente 
   il mio Sud come, per "adozione elettiva", conosco 
   profondamente il Triveneto, detto Nordest, e la sua profonda 
   anima autonomista e indipendentista che va avanti da quel famoso Referendum 
   del 1866 che sancì, pare con provati brogli elettorali, l'annessione 
   del Veneto all'Italia.
 Questi popoli vanno capiti culturalmente, 
   assimilati se mai, non combattuti e imprigionati.
 Ora, anche se di 
   cose da dire a da raccomandare alla democraticissima cara Franca 
   Ciampi ce ne sarebbero tante, conoscendo il tuo sano, salutare 
   e franco "essere spiccia" (grazie a Dio!), non sto 
   a farti perdere soverchio tempo a leggere le ragioni di tantissimi Cittadini, 
   Sindaci, Istituzioni locali e mie, concludo lanciandoti questo amichevole 
   e rispettoso appello: Stasera, quando tu Franca e Carlo-Presidente di 
   noi italiani, prenderete caffè e tisana nell'intimità 
   del salottino della Palazzina, di' al nostro Presidente "Di' un 
   po' Carlo, ma quando vi decidete a tirare fuori delle Patrie galere 
   quel Luigi Massimo Faccia del Veneto Serenissimo Governo? Dai 
   Carlo, non perdiamo altro tempo su! Diamoci una mossa!".
 Cara 
   Franca grazie se mi leggerai ed accoglierai il mio ennesimo appello 
   per un Cittadino che abita nel cuore antico, profondo e nobilissimo 
   di quella Repubblica Serenissima Veneta che, per la sua grande democrazia, 
   non solo conquistò i mari ma si fece interprete e portatrice 
   nel mondo, come nessun'altra, di grande Sapere, Cultura, Arte, Civiltà, 
   Commercio ed Uguaglianza dei Popoli.
 Tua Giuliana Olcese per il Movimento 
   per le Riforme, e un caldo saluto al Presidente Carlo.
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  |  Ciò che non vi hanno fatto vedere e non vi hanno 
   detto.Se il buon Gerard Depardieu si offende nell'apprendere 
   che Bossi ha detto che Napoleone fu un dittatore, allo stesso ribadisco 
   che non solo fu un dittatore, ma anche un rapinatore della peggiore 
   specie, vile - in quanto "ammazzò" una Repubblica già 
   vecchia e quasi morta. Che Napoleone sia stato un dittatore è 
   fuori dubbio; che abbia cambiato la storia d'Europa: anche; ma che sia 
   stato un macellaio, un predatore, un rapinatore, falso e ingannatore? 
   anche! Taluni agiografi moderni esaltano le sue (scarse) virtù 
   e i suoi meriti, in parte veri, come quello di aver dato impulso alla 
   scienza ed alla ricerca e l'aver reintrodotto il Diritto Romano con 
   i suoi nuovi codici civili (peraltro scopiazzati dalle Leggi della Repubblica 
   di Venezia), ma la sostanza rimane.
 Fu un generale oltremodo fortunato, 
   specie nelle battaglie campali contro l'Austria la Prussia e la Russia 
   (non va dimenticata una sua celebre frase: "non voglio generali 
   esperti e capaci, voglio generali fortunati!!"), in quanto si trovò 
   davanti eserciti guidati da condottieri vecchi di età e di cognizione 
   della guerra moderna da lui ideata con grandi manovre a tenaglia. Per 
   il resto, come uomo, non aveva assolutamente alcun ritegno morale e 
   alla parola data dava un peso relativo...
 Fu, infatti, fedifrago, 
   iconoclasta, giacobino, liberticida, massone nel senso più deleterio 
   della parola (infatti la campagna d'Egitto fu condotta per arrivare 
   ai segreti massonici della scuola egiziana: altro che campagna scientifica...). 
   Nelle fiction della RAI, fortunatamente per loro, della campagna d'Italia 
   se ne parla poco, ma soprattutto della campagna del Veneto non se parla 
   che minimamente, forse perché riconoscono che - come detto e 
   scritto da quasi tutti gli Storici - quella fu una pagina molto triste 
   e buia della sua vita... Egli entrò nella storia del Veneto e 
   dei restanti territori della Serenissima come 
   un tornado, depredando i beni ed umiliando i sentimenti più profondi 
   di un popolo. Soffocò in bagni di sangue le rivolte che inevitabilmente 
   scoppiavano, quali, ad esempio, le Pasque Veronesi, e come quella di 
   mettere a morte chiunque gridasse "VIVA SAN MARCO". 
   Basti solo pensare che, forse per paura di una grandezza passata, fece 
   scalpellare tutti i leoni di San Marco da ogni parte dei territori a 
   lui assoggettati, quale una "damnato memoriae".
 Ma 
   veniamo alla vera e documentata storia delle sue nefandezze contro la 
   ormai decadente e decrepita Repubblica Veneta.
 Nel nord Italia, in 
   aprile del 1797, le truppe Francesi sconfiggono gli Austriaci e si avvicinano 
   ai territori di Venezia ed iniziano un sistematico saccheggio con la 
   scusa puerile di venire a portare la libertà, la fraternità 
   e l'uguaglianza e- secondo loro - abbattere un governo dispotico e autoritario! 
   Nello stesso tempo la flotta francese scorrazza per l'Adriatico con 
   la scusa di cercare le navi austriache, finchè il giorno 9 aprile 
   la nave "Liberatore d'Italia" al comando del capitano Laugier, 
   cerca di forzare il blocco all'ingresso del porto di Venezia San Nicolò. 
   Il comandante del porto, Domenico Pizzamano, dapprima gli segnala di 
   virare di bordo quindi, ottenuta risposta negativa, gli sparò 
   contro una salve e ordinò alla nave "galeotta" dei 
   Bocchesi comandata dal capitano Viscovich di arrembarla (i Bocchesi 
   erano i fedelissimi soldati originari dalle Bocche di Cattaro).
 Questo 
   suscitò le ire di Napoleone che nel frattempo stava trattando 
   con gli Ambasciatori Veneti la loro neutralità disarmata e la 
   loro assoluta volontà di non immischiarsi nelle guerre d'Europa. 
   Questi incontri avvennero a Graz, sulla strada per Vienna.
 Alle sue 
   assurde richieste, in cui chiedeva 1) l'arresto del comandante Pizzamano, 
   2) la carcerazione immediata degli Inquisitori di Stato, 3) la destituzione 
   del Consiglio dei X, 4) la immediata liberazione di tutti i prigionieri 
   per qualsiasi motivo ridotto in carcere, 5) un risarcimento di danni 
   enorme e assurdo, gli Ambasciatori si opponevano al che egli pronunciò 
   la celebre frase: "io non voglio più Inquisizione, non 
   voglio Senato, sarò come un Attila per lo Stato Veneto". 
   (Dimenticando volutamente che nello Stato Veneto NON 
   esisteva l'Inquisizione come negli altri Stati). Non per questo 
   atterriti, gli Ambasciatori presero a respingere pacatamente tutte le 
   accusa, al che egli si irritava sempre di più. Ed egli dichiarò 
   la guerra alla Repubblica di Venezia.
 Va fatto notare che a questa 
   guerra dichiarata e scritta a chiare lettere, non fu mai seguita la 
   pace! E che se nell'ipotesi della ricostituzione di uno Stato Veneto, 
   lo stesso si troverebbe automaticamente in guerra con la Francia!!!
 Abbiamo 
   detto che Napoleone era in marcia verso Vienna. Infatti il 12 aprile 
   egli aveva battuto, ad Austerlitz, gli eserciti russo ed Austriaco e 
   quest'ultimo stava trattando la pace. Il giorno 17, a Leoben, ebbero 
   inizio i preliminari di detta pace ed il 18 venne ratificata. Ma nelle 
   clausole segrete vi era anche la vendita dello Stato Veneto all'Austria!!! 
   Infatti se nell'art. 7 del detto trattato l'Austria cedeva il Belgio 
   ed i Paesi bassi alla Francia, quest'ultima - per l'abuso perpetrato 
   da Napoleone, il quale non aveva alcun potere per stilare detti accordi 
   - cedeva i territori del Veneto, dell'Istria, Dalmazia e tutti i possedimenti 
   Veneziani oltre mare all'Austria, lasciando a Venezia 
   il solo territorio appena al di fuori della Laguna!
 Detti 
   atti, ancor oggi visibili all'Archivio di Stato, portano le firme del 
   Marchese del Gallo, di Napoleone Buonaparte e del Conte Di Meerveld 
   general-maggiore. NAPOLEONE AVEVA VENDUTO LO STATO VENETO ANCORA PRIMA 
   DI CONQUISTARLO!! Non gli rimaneva che di entrare in Venezia la quale, 
   stando a detto trattato, doveva rimanere libera. Ma di questo egli non 
   si fece alcun scrupolo! Nel frattempo alcuni suoi emissari fomentavano 
   parte della popolazione a ribellarsi e a darsi dei nuovi ordinamenti 
   sullo stile rivoluzionario francese, nel mentre le sue truppe arrivavano 
   fino ai limiti della Laguna di Venezia.
 Il Maggior Consiglio, composto 
   da pavidi personaggi che della passata nobiltà avevano solo il 
   titolo (!) e seppure in numero non legale, il 12 maggio dichiaravano 
   decaduta la Repubblica. I Veneziani si ribellarono a questa infamia 
   e si diedero al saccheggio delle case di quei tristi figuri che li avevano 
   traditi: solo i cannoni di Bernardino Renier li fermarono sul Ponte 
   di Rialto con 4 salve ben mirate! Fu nominata una "Municipalità 
   provvisoria", in attesa di tempi migliori: che puntualmente arrivarono 
   con i Francesi il giorno 14. Iniziava così il primo triste periodo 
   di spoliazioni e rapine per Venezia. Iniziò il Serrurier, continuò 
   il Balland, ed infine - solo per ora - il Baranguey: tutti inviati da 
   Napoleone per un primo assaggio. Iniziarono con l'asportare 500 manoscritti 
   dalla Biblioteca Marcana e il famoso cammeo del Giove Egioco, 30 
   quadri dei più pregiati e parecchi navigli. (non va dimenticato 
   che la flotta Veneziana era ancora integra ed era composta da ben 184 
   fra navi e vascelli di linea e tutti ben armati e muniti, oltre a quei 
   navigli posti negli scali dell'Arsenale e a tutto il parco di munizioni 
   e alle attrezzature e fornimenti dello stesso Arsenale).
 Dopo 
   pachi giorni ebbe seguito il sistematico spoglio delle cose più 
   pregevoli, il tesoro di San Marco venne distrutto, le pietre 
   preziose tolte dai supporti d'oro e tutto l'oro colato e fuso in lingotti: 
   solo per detto tesoro impiegarono ben 14 giorni e 14 notti per fonderlo! 
   Distrussero il Bucintoro solo per raccogliere l'oro delle statue, 
   dalla sola Scuola dei Mercanti - alla Madonna dell'Orto 
   - hanno venduto i più rari oggetti d'arte e distrutto il resto, 
   i soldati bruciarono le panche con le spalliere dai magnifici intagli, 
   disperdevano quadri, distruggevano l'altare con le colonne dorate.
 Infine, 
   dopo la definitiva pace fra la Francia e l'Austria con il trattato di 
   Campo Formio - nei pressi di Udine - del 17 ottobre, con la quale 
   anche Venezia passava all'Austria unitamente ai suoi territori, 
   ebbe inizio il resto della spoliazione. I Francesi 
   volevano lasciare agli Austriaci un cadavere!!! E rapinarono 
   quanto più poterono, il resto lo distrussero. Iniziarono con 
   il portar via i quattro cavalli dalla Chiesa di San Marco ed il leone 
   Marciano posto sopra la colonna.
 Tutta la flotta Veneziana 
   venne inviata a Tolone, assieme a tutti i navigli adoperabili o 
   in costruzione; svuotarono completamente tutto l'Arsenale: nell'Arsenale 
   - già cantato da Dante nel Canto XXIV dell'Inferno - la soldataglia 
   gozzovigliava e appiccava il fuoco a tutto quello che non potevano portar 
   via, distruggevano gli scafi negli scali. Offrivano in vendita al 
   pubblico mercato due milioni e mezzo di "biscotto", quaranta 
   quattro mila moggia di sale.
 L'Haller imprigionò nuovamente 
   gli Inquisitori e impose loro di versare lire 131.250 pena la deportazione 
   a Ferrara: furono pagete lire 60.797 in diamanti e 70.453 in denaro. 
   Inoltre furono asportati innumerevoli quadri da Uffici Pubblici e case 
   private, libri, incunaboli, manoscritti rari, gioielli, sculture, opere 
   d'arte di incalcolabile valore.
 Dalle chiese vennero perfino rubate 
   le 4 borchie di bronzo che erano poste ai lati delle lastre tombali! 
   Parte delle Chiese, delle Scuole, dei Monasteri svuotati, rapinati e 
   distrutti, - vedi Alvise Zorzi che le pone all'inizio del suo ponderoso 
   e significativo lavoro "Venezia scomparsa"-.
 Il 
   18 gennaio1798 entravano in Venezia gli Austriaci, trovarono una città 
   spossata, svuotata, rapinata, con il popolo ridotto nella miseria più 
   nera e alla fame.
 Quello che rimaneva della Serenissima Repubblica 
   di Venezia, non erano che poche pietre. Ma nonostante queste spoliazioni, 
   a Venezia rimasero ancora molte opere d'arte: al punto che i Francesi, 
   con la loro seconda venuta, addobbarono una intera sala del Luovre e 
   gli Austriaci, oltre che arredare quasi interamente la Pinacotaca 
   di Brera di Milano, se ne portarono ancora in Austria!!!
 ECCO, 
   BREVEMENTE, CHI FU NAPOLEONE PER VENEZIA, PER IL VENETO E PER I VENETI.
 E 
   se il buon Gerard Depardieu si offende nell'apprendere che Bossi ha 
   detto che Napoleone fu un dittatore, allo stesso ribadisco che non solo 
   fu un dittatore, ma anche un rapinatore della peggiore specie, vile 
   - in quanto "ammazzò" una Repubblica già vecchia 
   e quasi morta -, massone, giacobino, regicida, iconoclasta, ecc. ecc.
 Gigio 
   Zanon
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