VILLA DEI VESCOVI
*Grandi Famiglie lombarde, Grandi Etère della Scala*
e la leggenda del Sentimental della Wandissima
con alcuni dei tanti commenti dei lettori che ringrazio
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                                                                                                                                                              La Villa dei Vascovi in Luvigliano di Torreglia
Milano 21 Dicembre 2004
Ma si', è Natale. Bando ai guai quotidiani, alle puttanate della politica. Raccontiamoci una favola per sognare, o risognare, dipende dall'età. di recente tre occasioni mi hanno riportato di colpo agli anni in cui le esistenze degli italiani erano scandite da eventi, mode, stilemi di vita, valori, disvalori, piaceri e dispiaceri, vizi e virtù assai diversi dagli attuali. Le piacevoli occasioni? La riapertura del Teatro alla Scala, l'aver trovato sul nuovo numero di Vogue Magazine una fotografia inserita nel servizio The elegance and the Beauty fattami negli anni 60 dalla grande fotografa Elisabetta Catalano. Infine la bellissima notizia. Sarà il FAI, la Fondazine presieduta e fondata da Giulia Maria Mozzoni Crespi che salva, restaura e apre al pubblico monumenti d'arte tra i più disastrati, se pur tra i più importanti d'Italia, a restaurare e riaprire al pubblico la Villa dei Vescovi così come era finchè l'ho abitata.
Nel 1961, quando per la prima volta vidi Villa dei Vescovi, rimasi abbagliata dalla perfetta armonia con cui il magico edificio si sposa con il paesaggio, dalla sua purezza architettonica e dal connubio assai raro tra la superba monumentalità e una domesticità abitativa che ne fanno, oltre che un monumento d'arte, una felice dimora assai domestica. Quando, finiti i restauri andammo ad abitarla, dissi a mio marito, a nostra figlia Carolina e a me stessa: "Questo monumento dovrà salvarsi per sempre, dovrà diventare un bene pubblico". E così sarà.
La Villa, monumento nazionale adagiato tra i Colli Euganei, fu commissionata nel 1527 da Alvise Cornaro a Giovanni Maria Falconetto che la edificò con l'aiuto del suo allievo, allora diciottenne, Andrea Palladio, per il Cardinal Francesco Pisani Vescovo di Padova come dimora estiva della Curia di Padova. Finchè, nel 1962, Vittorio ed io acquistammo la Villa e le sue adiacenze dal Vescovo di Padova Monsignor Bortignon.
Entrambi appassionati d'arte e del Veneto, durante tre anni la
restaurammo da cima a fondo riportandola dalle rovine del tempo e dell'incuria agli antichi splendori anche con il contributo e la supervisione dell'Ente Ville Venete ed il lavoro di eccezionali artigiani veneti. Pittori, affrescatori, stuccatori, maestri del marmo e della pietra, maestri vetrai, maestri delle acque vi lavorarono tre anni e il restauro fu talmente straordinario che l'Associazione degli architetti USA nel 69 ci premiò per il miglior restauro nel mondo di un monumento storico-artistico con premiazione al Museo Querini Stampalia a Venezia.
Ed ora, tanti anni dopo e dopo tante vicissitudini di vite diverse, ecco riintrecciarsi i destini delle famiglie Crespi - Olcese, grandi amici negli anni 60-70, compiendosi così la nostra volontà. La Villa dei Vescovi diviene bene pubblico.
Quest'anno, in modo particolare, sulla riapertura della Scala e sulla città di Milano si sono versati fiumi di inchiostro e di parole. Critici, gossippari, politici, perfino il Cardinal Tettamanzi, hanno detto la loro. Ma tra cronache, volumetti, allegati e foto delle leggendarie Prime della Scala - teatro e serate che Sir Osvald e Lady Diana Mitford Mosley, Lord Desmond e Lady Ingrid Guinnes e i grandi pittori Francis Bacon, Otto Dix e Andy Warhol definirono più sacrali e maestose delle serate del Covent Garden e del Metropolitan - nessuno ha ricordato gli anni dominati anche dalle grandi Etère che, in pompa magna, negli anni 60 e 70 apparivano alla Scala.
Per le grandi famiglie industriali lombarde avere il palco nel Tempio della musica del grande Maestro Toscanini era tradizione "obbligata".
E' così che i Brusadelli, i Crespi, i Marinotti, i Borletti, i Falk, i Fossati Bellani, gli Olcese, i Polli-Gavazzeni, i Rizzoli, i Pirelli, i Castelbarco, i Casati e i Brichetto, questi ultimi con in testa la mitica Donna Bianca, nonna dell'attuale ministro Letizia Moratti Brichetto, la leggendaria Wally Toscanini dagli occhi viola e Lia Bodrero gran signora colta e intellettuale per la quale il giornalista Mario Melloni, detto Fortebraccio, nutriva una segreta passione, videro il ridestarsi dei Salotti culturali, e di potere di Milano.
Anche per le grandi Etère, Etère metaforiche, era tradizione apparire in tutto il loro splendore alle Prime della Scala.
Ma tra i fiumi di inchiostro e di parole nessun ricordo, nessun articolo di costume ha rivisitato gli anni ruggenti e struggenti segnati anche dalle grandi Etère di Milano che ebbero un ruolo determinante nel caratterizzare il potere della Milano industriale, produttiva, opulenta e mondana degli anni 60 fino al 68 in cui dalle fabbriche dell'interland come la Sit-Siemens, affiorarono le prime avvisaglie del terrorismo nostrano. Le BR.
Neggli anni 60, Milano, per un editoriale del leader del Partito repubblicano Ugo La Malfa apparso sul Corriere della Sera in quegli anni proprietà di Giulia Maria Crespi che Vittorio ed io facemmo incontrare ad una cena organizzata ad hoc nella nostra casa di Via Borgospesso con La Malfa, scatenò un ciclone di critiche tali che il belmondo lombardo additò Giulia Maria come "una vera comunista".
La Milano degli anni 60-70 era infatti la città perbene per antonomasia sobriamente ma saldamente dominata dalle grandi famiglie industriali. Famiglie che, assieme al blasone della produttività e del lavoro, ambivano distinguersi per il mecenatismo per le arti e le istituzioni con donazioni ai musei di grandi opere d'arte, o di impianti scientifici agli ospedali come fecero Nanni Falk e Giulia Devoto Falk, le famiglie Yucher, Mattioli ed altre.
Milano era mitteleuropea, era Capitale d'Italia industrial culturale ove tutto arrivava in anteprima mentre Roma era una città provinciale dominata dal sistema economico impiegatizio e burocratico, quella disprezzata Roma culla della malapolitica (secondo i milanesi) snobbata dalle grandi famiglie lombarde che vi si recavano 'in giornata' soltanto per necessità di contrattare con i vari ministeri ma rientrando con il volo Alitalia delle 18 da quella che chiamavano la sentina di tutti i vizi della corruzione politica italiana.
Tra i rampolli delle famiglie lombarde che contavano pochissime furono le eccezioni alla regola di servirsi, per necessità, della politica ma di starne ben lontani e tra queste eccezioni vi fu Vittorio Olcese prima tra i fondatori del Circolo Turati, poi eletto alla Regione Lombardia, infine deputato alla Camera per tre legislature durante le quali fu vicemistro di Giovanni Spadolini nel suo primo Governo poi ministro della Difesa durante il Governo Spadolini bis. Le sue nomine a vice di Spadolini, poi a ministro della Difesa, furono festeggiate in casa mia a Roma presenti nostra figlia Carolina, il Partito repubblicano e il Governo al completo.
Fu da allora che presi la consuetudine di incontrare nella mia dimora romana tutti i Governi che via via venivano formati in Italia, e Spadolini, per cui diedi un gran pranzo quando divenne Presidente del Senato, fu sempre un ospite fisso fino alla sua prematura scomparsa. Celebri rimangono i suoi duetti agro-dolci con un grande della politica: Beniamino Andreatta di cui oggi, come non mai, si sente la mancanza e l'assenza dalla politica e dalle Istituzioni.
Andreatta, mio grande amico e grande politico, è insostituibile, purtroppo.
Quando dominano solidi reami o grandi imperi economici si creano le condizioni ideali per il ruolo che da sempre hanno le grandi Etère nella società. E Milano non era ultima a nessuna città antica o moderna. i grandi industriali, infatti, ne facevano un vanto di avere al fianco - di pari passo con mogli e rampolli - note attrici o splendide borghesi ribelli e anticonformiste ma di buona famiglia e di modi perfetti. Etère da amare ed esibire secondo occasioni rigorosamente separate tra apparizioni pubbliche con le consorti o semipubbliche con le amanti.
Uno dei santuari inviolabili del "peccato" era il Blue Bar ove si cenava e si ballava e dove gli industriali-play boy si esibivano ed esibivano le grandi Etère ricoperte di preziosi gioielli, abiti della Biki imparentata con i Crespi, della Curiel, di Mila Shon e da mantelli di ermellino o zibellino.
E' ancora vivo il ricordo di una divina grande Etèra di Milano, un mix tra Ava Gardner ed Elisabet Tailor, che chiamerò Ornella, disputata da un nugolo di cummenda a suon di tragicomiche liti familiari e di faraonici gioielli, laureata ad honorem nell'arte del seminare zizzania con il classico "Se mi ami mi devi accompagnare alla Prima della Scala". Qualche moglie ingoiava la prova d'amore, qualche altra si incazzava, si separava, fuggiva sdegnata dalla città e mal gliene incoglieva fulminata dalla maledizione di Tuthankamòn: Chi volta el cù a Milan, volta el cù al pan.
Grandi Etère la suobrette Lauretta Masiero, unica donna per cui perse la testa lo scrittore, commediografo e pittore Giovanni Testori, la napoletana Albertina Maino, detta 'Titina 'a mossa', che diventò Principessa di Roccella con tanto di Palazzo avito e celebre per la passione carnale suscitata in Luchino Visconti.
Celeberrima fu Elena Giusti, poi Marchesa Gerini, che, a detta dello stesso petroliere Tagliabue, aveva fatto la sua immensa fortuna tenendolo sveglio la notte per restare attaccato al telefono a dirigere il traffico clandestino dei suoi tir che, carichi di benzina non dichiarata, passavano la dogana di Chiasso senza che la Finanza e il Dazio "se ne accorgessero". La Giusti, in un memorabile litigio con l'amato avvenuto nella di lui sontuosa villa di Monza, gettò un enorme zaffiro, che il Taglia le aveva regalato, nel cesso d'argento con tavoletta di ebano tirandoci su lo sciacquone e lui chiamò i pompieri per recuperarlo nelle fogne senza rinunciare però a fare un occhio nero all'amata. Fogne use da secoli a vederne di tutti i colori come le gesta dell'immortale Monaca di Monza.
Splendide metafore di Grandi Etère, erano l'attrice Miryam Bru e "le ragazze di Voghera" Marta Vacondio, poi Contessa Marzotto immortalata in mille dipinti da Renato Guttuso con pessima pace della consorte Principessa Potenzani, e Ljuba Rosa, poi Signora Rizzoli, che movimentavano gossip e cronache rosa sulle stragi familiari abbattutesi sui Grandi Cavalieri del Lavoro come Angelo e Andrea Rizzoli.
Wanda Osiris, "la leggenda della passerella" detta la Wandissima, non fu una grande Etèra ma faceva di tutto per sembrarlo. Wandissima, cantando Sentimental mentre scendeva dal mitico scalone distribuiva ai suoi adoratori rose Baccarat profumate di Arpège negli anni in cui i milanesi la elessero regina dei propri sogni hollywoodiani. Infatti le sue 'prime' al Teatro Lirico pareggiavano per costi faraonici, scenografie megagalattiche, corpi di ballo, mondanità e snobismo con le 'prime' della Scala.
La Wandissima lavorava per il gusto dello stupore e dell'illusione, per l'oh! di meraviglia dei ricchi della platea e dei palchi dorati e del loggione dei poveri ma tutti affascinati, incantati e storditi dal profumo, dalla pelle del suo corpo interamente incipriato di color ocra, dai capelli di platino, dagli occhi cerulei e incantatori e dagli abiti sontuosi da Zarina di tutte le Russie che la Wandissima indossava e faceva roteare emanando fruscii che ne esaltavano il sex appeal da bionda creola.
Ma la Wandissima lavorava anche per l'ardore con cui la seguivano grandi intellettuali, grandi artisti, potentissimi industriali e grandi blasonati tanto che tutte le sere le arrivavano gioielli, opere d'arte, gigantesche corbeilles, modesti mazzolini di fiori e ciclopici assegni in bianco solo in cambio di accettare un casto invito a cena nei Templi sacri al dopo teatro milanese: al Biffi Scala o al Savini. Questa e tanto altro era Milanin Milanun. Evviva l'Amarcord di Milano, evviva Sentimental!!!
E auguri a tutti da Giuliana D'Olcese che, se la trova, per Capodanno vi invierà Sentimental cantata dalla Wandissima
<<Lettere e Commenti>>
Grazie D'Olcese, pubblico sul mio sito, ovviamente citando la preziosa fonte! Auguri di cuore e con il cuore.
     Cesare Lanza
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Grazie caro Lanza,
leggo sempre la sua rubrica su Libero, Cesare la Mescolanza, e a parte il titolo indovinatissimo dice cose sacrosante.
  Auguri di cuore anche a lei. GD'O
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Amarcord 60 *le Grandi Etère della Scala*
La sua stracultura ed il suo genio mi riempiono d'invidia. Poi l'invidia si trasforma in grande ammirazione ed amore.
Infiniti auguri da Anna Costantin

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Amarcord 60 *le Grandi Etère della Scala* è Bellissimo Giuliana!
Grazie, e auguri! (sono molto contento per i Vescovi). Ho visto le splendide foto della Villa su google e sono testimone del tuo restauro e di ciò che hai scritto essendo stato tante volte ospite tuo e di Vittorio. La Villa, dei Vascovi, monumento nazionale, è adagiata tra i Colli Euganei, fu commissionata da Alvise Cornaro per Francesco Pisani Vescovo di Padova, fu disegnata e progettata nel 1527 dal Falconetto e dal Palladio suo allievo e negli anni 60 riportata dalla rovina operata dal tempo agli antichi splendori architettonici ed artistici da mio marito Vittorio Olcese e da me con il contributo e la supervisione dell'Ente Ville Venete ed il lavoro degli eccezionali artigiani veneti tra pittori, affrescatori, stuccatori, maestri della pietra e del marmo, maestri vetrai e maestri dei giochi d'acqua. Quando per la prima volta vidi la Villa dei Vescovi dissi a mio marito, a nostra figlia Carolina Olcese ed a me stessa: "Questo monumento dovrà salvarsi per sempre divenendo un museo". E così sarà cara Giuliana. La vostra volontà si è compiuta.
  Abbracci Claudio Risè
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, così sarà caro Claudio. La nostra volontà si è compiuta.
E i destini dei Crespi, degli Olcese e dei loro amici con cui si fece Milanin Milanun si sono riintrecciati.
Questa e tanto altro era Milanin Milanun. Evviva l'Amarcord di Milano, evviva Sentimental!!! e auguri a tutti da Giuliana D'Olcese che, se la trova, per Capodanno invierà Sentimental cantata dalla Wandissima. I nostri tempi..... Auguroni anche a te, gd'o
P.S.: Su google vi sono varie pagine di storia, fotografie e anche i vecchi articoli tuo e di Ale Servidori "In onore di una Signora perbene" L'Olcese..... infatti l'abbiamo conosciuta per il restauro della cinquecentesca Villa dei Vescovi in Veneto, la collezione d'arte antica e moderna.....
www.virusilgiornaleonline.com/profumo_02.htm - 6k - Copia cache - Pagine simili
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Cara D'Olcese, ricambio gli auguri e aggiungo alcune considerazioni.
1° Villa dei Vescovi: bellissima notizia, e menomale che in Italia abbiamo il FAI, sennò con il vizio nazionale di edificare senza regole, questi tesori chissà che fine avrebbero fatto. 2° La Scala: dal mio punto di vista l'establishment politico internazionale che conta (Bush, Blair e tutti gli amici del nostro presidente del consiglio) hanno snobbato l'appuntamento poi gli esponenti della cultura mitteleuropea dov'erano? Comunque i tempi sono cambiati ora invece dei grandi industriali e mecenati alle prime alla Scala abbiamo la Parietti e la Marini che catalizzano l'attenzione!!!
3° Nostalgia per la Milano che fu: forse l'atmosfera e i ricordi di alcuni personaggi che da piccolo (sono nato negli anni 60) già mi parlavano della Milano che fu.......
  Vittorio Bossi
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Egregia Signora,
ho trovato il suo scritto molto interessante, pungente e originale. Lei ha raccontato un lato della società milanese che andrebbe approfondito per capire meglio anche l'Italia che viviamo. Mi piacerebbe saperne di più. Le faccio i miei auguri per un felice anno nuovo.
  Francesco Cuozzo
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Grazie, molto incoraggiante e gentile.
Peccato che non ha Outlook e si è perso la fotografia quindi se le perde tutte le foto che stampo sui miei articoli.
Per saperne di più penso che con la musica e le parole di Sentimental cantata dalla Wandissima farò una seconda puntata dato che sto ricevendo un sacco di lettere che mi chiedono maggiori notizie. Sarà interessante. Meno male che i miei lettori sono straordinariamente ricettivi, reattivi e curiosi e mi incoraggiano su ogni argomento, il che succede quasi mai con i giornali... Diventeranno invidiosi i quotidiani? Auguroni anche a lei e alla prossima, Giuliana D'Olcese
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Amarcord 60 *le Grandi Etère della Scala*
Toccato! Colpito! Un commento? Certo! Ho letto l'affresco, perché di affresco si tratta, con piacere ed interesse. E' equilibrato, piacevole pieno di nostalgia per un tempo passato, una Milano che spero esista ancora, non solo nei ricordi, che spero esista magari nascosta e pronta a ritrovare se stessa e la sua voglia di vivere; che sappia proiettarsi nel futuro, che nel passato trovi le radici per una linfa sempre più viva e forte. E lo stesso spero per la nostra Italia così malridotta. Sapremo reagire? Siamo volutamente ottimisti e diciamo di sì. Con i miei complimenti, rinnovo gli auguri per un magnifico 2005.
  Guido Di Massimo
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Meno male che gli uomini sono ancora Cavalieri.
Le sono grata delle ottime parole, fanno sempre bene e oggi pochi sono dipposti a dispensarne. Bella l'idea dell'affresco e in effetti ora che ci penso è un quadro della Milano che fu. No, la Milano che fu non esiste proprio più, mi creda. Però nascosta sì, e speriamo pronta a risorgere in tutto il suo splendore e modernismo, quello vero. Sapranno reagire i lombardi? Siamo noi cittadini che dobbiamo dare lo stimolo e il motore, se aspettiamo i politici cadiamo tutti nel cesso. NO? (,-)
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Mai aspettarsi nulla da nessuno.
E poi - a mio avviso - ogni cittadino è (o dovrebbe essere) un politico nel senso nobile della parola.
Siamo ottimisti! (In fondo anche lo zaffiro del Taglia ritrovò la luce). Cordialmente. GDM
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Strano articolo il Suo.
Rivedo le Sue mail precedenti e mi appare una personalità assai diversa. Una raffinatezza culturale che altrove non ho visto o, se preferisce, non avevo notato.Ho apprezzato molte delle sue, diciamo, battaglie (es. per Quattrocchi) ed ho peraltro storto talora il naso davanti a certi suoi atteggiamenti troppo garibaldini.
Da questa mail scaturisce invece il desiderio di conoscere qualcosa in più di Lei. Sono genovese, ebreo, filoisraeliano, anticomunista, perchè mi hanno insegnato la libertà, l'importanza della cultura, per distinguerci dai selvaggi e dagli animali. E per tutte le ragioni qui sopra esposte, di cui sono orgoglioso, compiango sia i violenti, da cui mi devo difendere per la loro aggressione e compiango pure il popolo pecora, da cui mi devo difendere per la sua, ahimè, elevata consistenza numerica. Come topi, cavallette, e formiche rosse... ahimè, elevata consistenza numerica.
  Grazie. Roberto Vitale - Genova
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Grazie!
Ma vede, dipende dagli argomenti che tratto. Il costume mi appassiona poco, è la politica che mi spinge e mi genera molte reazioni, da cittadina e da governata quindi. E penso sempre ai malgovernati italiani, noi, sia da sinistra che da destra, ecco perchè tratto argomenti vicinissimi ai cittadini. Questa volta avevo pensato ad una eccezione ma la quantità di lettere e di richieste ricevute mi spingono a scriverne una seconda puntata che invierò per Capodanno, come scritto in calce all'articolo, con la canzone e la musica cantata dalla Wandissima. Per il resto sono d'accordissimo, anche io difendo Israele da sempre e odio l'ignoranza che genera la violenza.
Molti auguri e mi scriva cosa desidera conoscere ancora di me. Giuliana D'Olcese
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CARA BELLA SIGNORA GRAZIE PER ESSERMI STATA VICINA
in tutto questo "2004", è cosi bello leggerla e condividere i suoi pensieri, io sono cresciuta nella moda accompagnata da mio padre fin da piccola alle sfilate di Mila Schon a Roma, di Lancetti, delle Sorelle Fontana ma pure Dior. Bello e pieno di fascino era allora questo mondo e poi la moda l'ho fatta un po' pure io creando tessuti di grande ricerca che ho venduto a grandi nomi francesi e italiani ed un po' in tutto il mondo. Ora non lavoro più ma la moda è dentro di me, adoro i cappelli ne ho tantissimi, troppi, e adoro indossarli con estro. Bella lei e la sua foto su Vogue.
Desidero augurarle ogni bene, merita tutto il bene del mondo e buon anno cara signora e ancora grazie cara GIULIANA, un abbraccio Lelia Bedetti
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Ricevo i suoi articoli con molto piacere,
continui ad inviarmeli sono schietti, sinceri e interessanti. Auguri Luciana Bortolin Caronte
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Gentile Signora,
ricevo da un po' di tempo per la sua cortesia i suoi begli articoli che leggo sempre con molta curiosità ed ammirazione.
Mi è capitato di ritrovarli anche in un altro sito, quello di lobbyliberal.it che ha ripubblicato anche qualcosa di mio. Vorrei continuare a ricevere le sue mail. Più volte ho avuto la tentazione di scriverle per commentare (p.es. "O secediamo O ci asteniamo" con la riproduzione del dipinto 'La vergine' di Gustav Klimt) chiederle di ripubblicare i suoi articoli nel sito della rivista on line che pubblichiamo, che si occupa di mercato dell'arte e quanto ad esso è connesso. L'edizione on line l'abbiamo iniziata quasi per scherzo soprattutto per far conoscere in internet la nostra rivista cartacea, EOS-Mercanti d'Arte, di cui erano gia usciti dei numeri.
Poi il gioco di internet ci ha preso più del previsto, e mentre cerchiamo di diventare più professionali nell'on line, abbiamo un po' trascurato il cartaceo, ma speriamo di rimediare. Vorrei leggesse quanto pubblichiamo, per ripubblicare qualcuno dei suoi pezzi. Se poi ha un momento di tempo, vorrebbe farci sapere qualcosa di più di lei? Per esempio dove pubblica i suoi pezzi? Notizie su di noi le può trovare nel nostro sito www.eosmercantidarte.it
  Pier Luigi Puglisi
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Grazie di cuore, siete davvero incoraggianti,
i miei articoli li pubblicano molti siti sparsi dal nord al profondo sud e alcuni blog, poi sono pubblicati da alcuni giornali locali e regionali e infine ho una rubrica fissa qua su Virusilgiornaleonline ove li si trova tutti a cominciare dal primo.
Certo che potete pubblicarli, basta che mi comunichiate quando lo fate, è per il gusto di leggermi anche sulle vostre pubblicazioni.
Auguri e alla prossima Vostra gd'o. E complimenti per il vostro sito  www.eosmercantidarte.it
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Ma lo sa che lei è proprio una piacevolissima giornalista?
Raramente ho letto e leggo, attualmente poi i giornali...., pezzi così veraci e vicini alla gente.
Continui così, non tradisca anche lei i suoi lettori. Auguroni Augurissimi di cuore Alda Melograni
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Brava D'Olcese, si vede sempre dai suoi articoli che lei è una donna
in gambissima decisa critica e pugnace, brava. E' una Feltri in gonnella non fa complimenti ne' sconti a nessuno. Mai ruffiana.
Ciò che colpisce dei suoi articoli è il suo modo di essere anche brutale, veritiera, senza complimenti, aderentissima alla realtà ma anche dolce, tollerante, umana, poetica, sognatrice e molto colta. Ma come fa a saperne di tutto un po'? Che titolo di studio ha?
  Alessia Dal Verme
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Dal 1975 il FAI lavora per salvare, restaurare e aprire al pubblico luoghi d'arte e di natura tra i più belli d'Italia.
Spesso, a torto, si crede che il FAI sia un ente sovvenzionato esclusivamente dallo Stato. Al contrario il FAI dipende dalla generosità di tutti coloro a cui sta a cuore la conservazione dei tanti monumenti d'arte e natura del nostro paese.
È solo con il supporto di tante persone come voi che il FAI può continuare a proteggere il Paesaggio, restaurare oggetti d'arte, restituire alla collettività straordinarie dimore, giardini e monumenti unici, altrimenti destinati a morire. Amo l'Italia, aderisco al Fai. Come aderire? Come aiutare il Fai?
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