VILLA DEI VESCOVI

L'effetto diffida FAI-DLA PIPER?
Un boomerang per il FAI

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Aprile-Maggio 2010 -

«Chi si assume la responsabilità di scelte importanti, deve accettare la critica, per radicale che essa sia»  

Expo 2015 - Chiedono soldi per gli orti

STRUTTURA DEL FAI

 «Chi si assume la responsabilità di scelte importanti, deve accettare la critica, per radicale che essa sia»  

Un articolo di Viviano Domenici
utile esempio da cui prendere spunto per resistere alle tentazioni nel diffondere dati storici
"più trendy" su un'opera d'Arte Monumentale qual'è già Villa dei Vescovi

Caro professore scacci il ciarpame che assilla i faraoni

http://archiviostorico.corriere.it/2010/maggio/05/Caro_professore_scacci_ciarpame_che_co_9_100505071.shtml

Ora che Pisa ripropone sulle rive dell'Arno l'opera dell'egittologo Ippolito Rosellini che nel 1828-1829, insieme al decifratore dei geroglifici Jean-François Champollion, guidò la spedizione franco-toscana in Egitto e in Nubia, è il momento di indirizzare una supplica all'archeologo pisano: Illustrissimo Professore, ci liberi dal mistero; ci liberi da quella nebbia oscura e vischiosa che da tanto tempo avvolge l'antico Egitto e si insinua come un'erbaccia infestante nelle menti degli acritici adoratori di civiltà mai esistite, di segreti indicibili, di poteri nascosti nelle piramidi, e di tutto quel ciarpame offerto con perfetto cinismo in nome degli indici di ascolto e delle copie vendute. Ci liberi dagli enigmi inventati, dalle visite extraterrestri, dai templari, dagli allineamenti stellari, dalla cintura di Orione, e dall'irrazionale che ha ormai preso il posto della realtà storica.
Sappiamo bene che non è un'impresa facile neppure per Lei, perché il fenomeno è ben più antico e radicato di quanto si pensi. Ed è anche vero che la malapianta dell'egittomania è cresciuta di pari passo con l'egittologia, come se questa non bastasse a riempirci di stupore.
Lo si capì bene dopo la spedizione di Napoleone in Egitto, quando in mezza Europa comparvero obelischi in miniatura, sfingi reggi-libri, busti di faraoni come maniglie batti-porta, orologi da tavolo con capitelli a fior di loto; mentre i camposanti s'affollarono di tombe adatte a dignitari nubiani e occhiute piramidi svettavano tra i simboli massonici. Tutto nell'orrido stile egittizzante, sempre indeciso tra l'esotico e l'esoterico (ma comunque funereo), che non ha niente a che fare con la civiltà del Nilo.
Poi l'egittomania si adattò ai tempi sbarcando sui giornali, alla tv, in Internet, e oggi il mistero e l'irrazionale sono distribuiti ovunque ci sia qualcuno felice di farsi rimbambire. Ecco perché chiediamo a Lei, illustrissimo professor Rosellini, di liberarci da questo male oscuro mostrando a tutti le carte, i disegni, gli oggetti e le opere d'arte che riportò a casa per raccontare l'antico Egitto, com'era davvero.
Domenici Viviano
Pagina 43 (5 maggio 2010) - Corriere della Sera

(Continua)

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