«Corriere»,
atto primo: dal 1876 al 1925 di
Paolo Conti
«Da dieci anni la Fondazione Corriere della Sera svolge
una intensa attività legata alla cura della memoria storica.
E questi volumi rappresentano un affresco meraviglioso del nostro
giornale. Senza storia il futuro non ha senso. Nemmeno il futuro
digitale». Così Piergaetano Marchetti, presidente
di Rcs Mediagroup, ha descritto ieri pomeriggio nel Cenacolo di
palazzo San Macuto a Roma i primi due volumi (in quattro tomi) della
Storia del Corriere della Sera a cura di Ernesto Galli della Loggia.
Ovvero Il Corriere e la costruzione dello Stato unitario di Angelo
Varni, con i Documenti 1876-1899 a cura di Alberto Malfitano, e
Il Corriere nell' età liberale di Simona Colarizi, con i
Documenti 1900-1925 a cura di Lorenzo Benadusi. Seguiranno gli
studi sul periodo 1926-1945, di Giovanni Belardelli insieme a Cristina
Baldassini, e sul 1946-1992, affidato allo stesso Galli della Loggia
con Claudia Mantovani. Paolo Mieli, per due volte direttore del
«Corriere della Sera» e ora presidente di Rcs Libri
(che ha realizzato l'opera con la Fondazione) ha inquadrato la nascita
«di un giornale liberale nel passaggio dalla Destra storica
alla Sinistra storica» ricostruendo prima la dura opposizione
a Giolitti e poi «il ruolo di primo piano che Luigi Albertini
ebbe per lunghi anni»: questi libri consegnano al lettore
«una storia piena di sorprese e di dettagli illuminanti».
Angelo Varni ha descritto il fondatore Eugenio Torelli Viollier
come un grande giornalista che vide «nell'indipendenza da
tesi precostituite» la linea guida del proprio lavoro, un
nemico della «degradazione del giornalismo a chiacchiera». Simona
Colarizi ha parlato con entusiasmo di Luigi Albertini come del creatore
di un giornale «specchio della prima modernizzazione dell'Italia»,
del «capitano d'impresa fondatore della prima grande industria
culturale d'Italia». Per Galli della Loggia il «Corriere
della Sera» era e resta «la più importante espressione
nazionale di Milano», un giornale «che da quella città
riesce a guardare la politica romana con più chiarezza e
distacco, e meglio di molti altri». Ha chiuso il direttore
del «Corriere della Sera», Ferruccio de Bortoli: «Il
nostro giornale ha difeso sempre la propria indipendenza, anche
nel periodo buio tra la fine degli anni 70 e i primi 80 del ' 900,
e ora può lealmente raccontarsi con coscienza storica ma
anche col necessario spirito critico. Oggi il "Corriere"
vuole essere luogo dell' Italia per bene dove le idee vengono rispettate,
cercando di costruire e di non distruggere, di unire e di non dividere». Conti
Paolo Pagina 48 (29 febbraio 2012) - Corriere della Sera http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/29/Corriere_atto_primo_dal_1876_co_9_120229055.shtml
Indietro
|| Home
www.villadeivescovi.net
|