VILLA DEI VESCOVI

La grande arte torna al Mar sulle orme di Giovanni Testori
Cinque secoli di storia dell’arte rivivono attorno all’opera di un critico geniale
di Alessandro Fogli

RAVENNA. Dopo la tempesta di neve che ne ha posticipato l’inaugurazione di una settimana e dilatato l’attesa, apre finalmente stamattina (alle 9) “Caravaggio, Courbet, Giacometti, Bacon… Miseria e splendore della Carne. Testori e la grande pittura europea”, grande mostra che il Museo d’Arte della città di Ravenna dedica a Giovanni Testori, un personaggio cardine della critica d’arte italiana, ma sarebbe meglio dire della scena culturale tutta.
«La scelta di questa figura - spiega il direttore scientifico del Mar, nonché curatore della mostra, Claudio Spadoni - è avvenuta principalmente per due ragioni.
La prima va ricercata nella consequenzialità con gli altri storici dell’arte ai quali il Mar ha dedicato tre grandi mostre: a parte Corrado Ricci, che è una figura un po’ anomala, Roberto Longhi e Francesco Arcangeli sono stati nomi dai quali Testori non poteva prescindere.
La seconda ragione è invece legata al suo modo di affrontare per tutta la vita il mondo dell’arte, ponendosi sempre come una voce controcorrente, schietta, coraggiosa, e proprio per questo finendo spesso tenuto ai margini della scena. Un personaggio così, rarissimo, deve rimanere sempre un esempio per tutti».
E non a caso l’esposizione si intitola “Miseria e splendore della carne”: lo sguardo di Testori sulla pittura di realtà, intesa nella sua epidermica evidenza, mostra tutta la miseria e lo splendore della vita.
La preferenza poi verso temi protesi all’esaltazione delle domande ultime - le Erodiadi o le teste del Battista del Cairo, le Crocifissioni di Gaudenzio Ferrari e del Sacro Monte di Varallo, le figure di Tanzio al pari di quelle di Bacon o Giacometti - ne segnalano la personalità eccentrica, il coraggio dei risvolti più scabrosi, l’affermazione prepotente e tutta organica, e dunque corruttibile, della carne.
La mostra del Mar - aperta da un enorme ritratto di Testori realizzato da Willy Varlin, che il critico riteneva «il primo e supremo ritrattista del secolo» - si dipana cronologicamente e per sezioni artistiche (in base agli studi e agli amori artistici di Testori), sciorinando una serie impressionante di capolavori che coprono cinque secoli di storia dell’arte, dal quattrocentesco Ferrari fino al contemporaneo Mimmo Paladino, cui il Mar dedicò una mostra qualche anno fa e di cui, come i ravennati ben sanno, rimane nei giardini antistanti al museo una sua imponente opera. Dal Rinascimento si ascende, anche fisicamente, fino ai giorni nostri, passando per opere mozzafiato come il “Cacciatore della guardia imperiale” di Gericault, l’“Omaggio a Marie Lecomte” di Soutine, il Sutherland di "Twisted Tree”, “L’esteta” di Schlichter”, “L’Erodiade con la testa del Battista” di Francesco Cairo o il “Paesaggio d’inverno” di Courbet, fino ad arrivare all’estasi pura di tele come “Man in cap” di Bacon o il “Ragazzo morso da un ramarro”, di Caravaggio. L’opera forse “mediaticamente” più attesa al Mar per il suo forte richiamo.
Una mostra, dunque, assolutamente da non perdere.
“Caravaggio, Courbet, Giacometti, Bacon… Miseria e splendore della Carne. Testori e la grande pittura europea” è aperta fino al 17 giugno 2012.

<Corriere Romagna 19 Febbraio Prima pagina - pag. 3 - 23 - 24 - 25 - 26>
http://www.corriereromagna.it/ravenna/2012-02-19/la-grande-arte-torna-al-mar-sulle-orme-di-giovanni-testori-cinque-secoli-di-stori

 

 

 

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