VILLA DEI VESCOVI

A Villa dei Vescovi un restauro distruttivo
«Se l'avesse fatto un palazzinaro, tutti avrebbero gridato alla scandalo... Ma lo fa il Fai»
di Paolo Coltro

«Il brolo diventa una lastra di marmo per ospitare le feste di matrimonio»
E i fondi per i lavori sarebbero stati trovati vendendo ai soci una pietra del nuovo «parterre» con il proprio nome al prezzo di 200 euro

Senza Titolo - Villa Vescovi, allarme brolo
E’ giallo sul progetto del Fai di lastricare il brolo di
Villa dei Vescovi

A Villa dei Vescovi un restauro distruttivo
la Nuova di Venezia - 22 aprile 2007   pagina 48   sezione: SPETTACOLO

Il 1º marzo scorso, con gran spolvero e previsto concorso di autorità, professionisti, bel mondo, giornalisti e siorète, il Fondo per l'Ambiente Italiano ha presentato a Villa dei Vescovi a Luvigliano le proprie intenzioni riguardo al gioiello architettonico entrato a far parte delle sue proprietà, in virtù della donazione della famiglia Olcese, avvenuta il 28 gennaio 2005.
Due anni passati a pensare, progettare e raccogliere sponsor per un'operazione di alto valore culturale: far sì che «un bene particolare, originale, che una volta era privilegio di pochi sia invece da condividere con tanti». Ma come? Detto e (quasi) fatto: con un ristorante. Con un parcheggio. Con degli ascensori.
Con delle suites, si suppone da affittare. Un progetto da quattro milioni di euro. Un progetto che, il giorno della presentazione, nessuno ha spiegato fin nei particolari.
Il progettista, l'architetto Christian Campanella, non ha mai adoperato la parola ristorante, citando pudicamente degli «spazi di ristorazione».
Gli ascensori altrettanto pudicamente sono diventati elevatori.
In realtà Villa dei Vescovi avrà il piano terra trasformato in ristorante, verrà attraversata in verticale da due colonne per gli ascensori la cui sommità dovrebbe sventrare un solaio, subirà variazioni di distribuzione dei locali, e infine nel sottotetto diventerà un albergo, si suppone per pochi e non per tanti.  Tutto questo ha raffreddato, da più parti, l'applauso seguito al grande annuncio. Ora, con i dettagli del progetto che cominciano ad essere conosciuti, le preoccupazioni si fanno più pressanti. L'idea di fondo sembra più commerciale che culturale. Tra i più avveduti, già quel 1º di marzo, circolava una battuta: «Se l'avesse fatto un palazzinaro, tutti avrebbero gridato alla scandalo... Ma lo fa il Fai». Un malumore semiufficiale si è insinuato nel Comitato scientifico, ai cui sei membri non è stata fornita tutta e nei dettagli la documentazione del progetto. Sembra anche che alla direzione del Fai sia arrivata una lettera molto circostanziata, da un componente del Comitato scientifico, con precise denunce e le dimissioni in calce. Un piccolo terremoto interno per il quale ha già cominciato a funzionare quella regola che il Fai ripropone per il futuro di Villa dei Vescovi: il silenzio.
Ma vediamo i dettagli che tanto suscitano perplessità, per non dire di peggio. Innanzitutto: può Villa dei Vescovi ospitare un ristorante? Il palazzo fatto costruire da Alvise Corsaro ad architetti illustri (Giovanni Falconetto, Giulio Romano) è una testimonianza fondamentale. Segna il passaggio al Rinascimento maturo, si propone come archetipo della «villa veneta», anello di congiunzione tra le architetture decentrate precedenti e il modello che Palladio svilupperà in modo mirabile.
Villa dei Vescovi è un unicum, in quanto documento architettonico, arrivato a noi, pur con numerosi rimaneggiamenti antichi, pressoché intatto.
E' come la Rotonda, se si volesse fare un paragone. Chi ospiterebbe un ristorante alla Rotonda? Forse il Fai.
Quello che stupisce e che fa intravvedere una precisa logica di sfruttamento è che il ristorante sia previsto al piano terra della Villa. Non nelle barchesse. Non nei rustici, dove pure gli «spazi per la ristorazione» esisterebbero. Com'è facilmente immaginabile, l'intervento rischia di snaturare gli interni così come sono arrivati sino a noi. E che il progetto non sia soft come proclama l'architetto Campanella lo si desume dai cambiamenti: pareti spostate, tramezzi in più, pavimenti bucati, gli imperdonabili ascensori, il sottotetto destinato ad una funzione abitativa che nemmeno i vescovi padovani avevano immaginato.
Solo per le suites, sono previsti quattro bagni, giusto in corrispondenza dei quattro angoli dell'edificio. E' prevista l'apertura di varie porte: un diverso ingresso per la scala interna, un'altra per l'accesso all'ascensore, un'altra ancora per l'accesso all'abitazione del custode. Si contempla addirittura la demolizione di una porzione della volta e del sovrastante pavimento a terrazza veneziana del piano nobile, in corrispondenza dell'ascensore e della seconda rampa della scala adiacente (che ora non c'è). Si chiuderanno anche varie finestre interne. Insomma demolizioni, rifacimenti, aggiunte e invenzioni.
Cosa resterà dell
'originalità della Villa? Stupisce la disinvoltura, ancor prima dei dettagli progettuali, con cui i vertici del Fai hanno deciso la «destinazione d'uso».
Mai prima d'ora, nei numerosi beni di cui è diventato propietario, il Fai aveva pensato di installare una specie di azienda agrituristica d'alto profilo. Non nel Castello di Avio, non all'Abbazia di san Fruttuoso. Ma a Luvigliano sì, scegliendo un edificio di conclamata importanza e un luogo di non semplice gestione turistica. E se la finalità è quella di rendere Villa dei Vescovi mèta di «un elevato bacino di utenza», altrettanto trasparente appare il fine, più che culturale, banalmente commerciale.
Ma la visione propagandata dal Fai è di tutt'altro genere. Ecco come Marco Magnifico, direttore generale culturale del Fai, descrive la futura fruizione della Villa: «Ogni casa importante ha una sua precisa vocazione: quella di Villa dei Vescovi è meditare, operosamente oziando. Apprestandosi, dunque, al restauro di un monumento con una forte personalità, la prima cosa da capire - per rispettarla - è proprio la vocazione originaria. Ancora prima della storia architettonica e artistica. (!)ndr.
Ed ecco dunque che, a restauri ultimati i visitatori di Villa dei Vescovi, dopo aver deambulato attorno alla stupefacente geometria della fabbrica, dopo averne percorso le ampie terrazze e visitato i simmetrici interni con i paesaggi idealizzati dal Sustris, saranno invitati - beati loro - ad accomodarsi su accoglienti divani di midollino o su rustiche panche sotto le logge o sulle terrazze con il tiepido sole invernale o nella rovente ombra estiva per meditare, leggere o scrivere rimirando lo spettacolo del paesaggio inquadrato dagli archi del Falconetto. Potranno fermarsi in quella ventilata quiete un'oretta, tutto il pomeriggio o, meglio ancora, tutto il giorno; se mancherà loro la lettura il piccolo bookshop della Villa offrirà loro una scelta oculata; se il languore si farà sentire qualche semplice pietanza veneta o anche solo un the con i biscotti gustato al piano terreno della Villa ridaranno loro le forze per continuare nel riposo del corpo e nell'esercizio della mente.
Villa dei Vescovi continuerà ad essere un “pensatoio”; per tutti coloro che ancora hanno voglia di pensare». L'invito evidentemente è stato raccolto: solo che i primi pensieri sono stati fatti sul progetto, e non oziando davanti davanti ad un succulento piatto veneto.
Sarà forse perchè qualche goccia non turbi le ozianti passeggiate degli ospiti che ai quattro angoli della Villa sono state previste delle visibilissime grondaie, che sostituiscono i doccioni cinquecenteschi...  Insomma, l'arcadia e l'idillio alla portata di migliaia di persone fanno sì che l'intervento piuttosto che di restauro sia di rifacimento.
I lavori stanno per cominciare. C'è poco tempo per raddrizzare le cose. Paolo Coltro
http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2007/04/22/VT1VM_VT101.html

 

«Il brolo diventa una lastra di marmo per ospitare le feste di matrimonio»
il mattino di Padova - 06 aprile 2010   pagina 30   sezione: PROVINCIA

 

TORREGLIA. «Un’offesa a un monumento storico. Un progetto che disapprovo totalmente». Giuliana D’Olcese De Cesare difende la «sua» Villa dei Vescovi di Luvigliano, uno dei più importanti monumenti dell’area collinare euganea. È l’ex moglie di Vittorio Olcese, industriale tessile lombardo, ex deputato repubblicano e sottosegretario del governo Spadolini, morto a 82 anni nel 1999. È lui ad aver deciso di donare la villa al Fai. Ma Giuliana D’Olcese, che nell’edificio ci ha vissuto per molti anni, non si rassegna a vedere trasformato il brolo in una lastra di marmo: «Ma avete mai visto un giardino di pietra? - accusa - Il 29 gennaio scorso sono venuta a conoscenza di questo orrendo progetto. E adesso comincerò la mia battaglia per fermarlo».  Secondo l’ex proprietaria, che oggi vive nel centro di Roma, il brolo verrebbe lastricato con pietra di trachite per ottenere uno spazio per festeggiare matrimoni e cerimonie. E i fondi per i lavori sarebbero stati trovati vendendo ai soci una pietra del nuovo «parterre» con il proprio nome al prezzo di 200 euro. «Un progetto senza senso perché ci sono le terrazze che possono ospitare feste anche con centinaia di partecipanti - denuncia Giuliana D’Olcese - Un brolo rinascimentale, disegnato da Andrea Da Valle, non può essere sepolto dal marmo. È uno scempio che la Sovrintendenza non deve permettere».  I coniugi Olcese comprarono la villa di Luvigliano direttamente dal vescovo Bordignon nel 1962. «Due anni dopo finimmo i lavori di restauro e firmammo l’atto di compravendita - ricorda la signora - È sempre stato un posto splendido, nella tranquillità dei Colli. Adesso volevano farne prima un ristorante o un hotel a cinque stelle. Poi per fortuna hanno rinunciato. Ma adesso vogliono distruggere il brolo. Un progetto contro cui mi opporrò con tutta la forza che posso».
http://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinodipadova/2010/04/06/MP1PO_MP104.html 

 

Senza Titolo
il mattino di Padova - 28 giugno 2010   pagina 14   sezione: PROVINCIA

 

VILLA DEI VESCOVI Progetto Fai discusso oggi in Provincia
LUVIGLIANO. Oggi la Commissione Cultura della Provincia è stata convocata dal presidente, Domenico Menorello, su richiesta del presidente dell’omologa commissione comunale, Giuliano Pisani, con all’ordine del giorno la questione del brolo rinascimentale di Andrea da Valle nella Villa dei Vescovi a Luvigliano. La Commissione cercherà di fare chiarezza sulla voce che vorrebbe la decisione del Fai di cancellare l’antico brolo, il pozzo tradizionale e gli alberi secolari, per far posto a un non meglio identificabile «parterre di pietre di trachite». Una voce che si rincorre.
http://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinodipadova/2010/06/28/MP1PO_MP106.html

 

Villa Vescovi, allarme brolo
il mattino di Padova - 29 giugno 2010   pagina 26   sezione: PROVINCIA

 

TORREGLIA. E’ giallo sul progetto del Fai di lastricare il brolo di Villa dei Vescovi. Ieri la Commissione Cultura della Provincia, presieduta da Domenico Menorello, si è riunita per discutere della questione. Alla riunione hanno partecipato anche Italia Nostra, Giuliano Pisani per la società Dante Alighieri e il professor Patrizio Giulini dell’università di Padova. Assente il Fai, al quale la commissione invierà una richiesta per conoscere la data di presentazione del progetto, che secondo indiscrezioni prevederebbe la cancellazione dell’antico brolo, del pozzo tradizionale e di alberi secolari della villa di Luvigliano per far posto a un «parterre di pietre di trachite». Voci smentite dal vice presidente nazionale del Fai, l’avvocato Marco Magnifico, in una lettera inviata a Menorello. «Da alcune settimane circolano voci pretestuose e infondate sul fatto che il Fai abbia scelto un progetto che copre di cemento il Brolo della Villa.
E’ inutile dirle come non corrispondano al vero - scrive Magnifico - il progetto per la prima volta il 28 giugno viene discusso con la Soprintendenza». Stando alla missiva ieri si è svolto dunque a Villa dei Vescovi il primo incontro con la soprintendente Sabina Ferrari per discutere le proposte sviluppate dal Fai assieme all’architetto Domenico Luciani. Pisani ha però riferito di aver saputo dal capo delegazione del Fai di Padova, Giulio Muratori, che il progetto in questione sarà oggetto di una presentazione ufficiale il 6 luglio a Villa dei Vescovi - informazione messa a verbale. «Chiederemo alla soprintendente Ferrari di venire a spiegarci la natura del progetto» conclude Menorello. - (Simone Varroto)

 

 

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